Il giudice federale Andrew Hanen di Brownsville, Texas, che ottenne il suo incarico grazie a George W. Bush, ha temporaneamente bloccato l’ordine esecutivo sull’immigrazione del Presidente Obama, lo “scudo” che proteggerebbe milioni di immigrati irregolari dalla deportazione.
Il lavoro dell’amministrazione su questa questione è di fatto fermo (bloccate, tra le altre, alcune norme a tutela dei minori irregolari che sarebbero entrate in vigore il 18 Febbraio) mentre si attende il giudizio sulla costituzionalità delle azioni del Presidente. Già 26 stati avevano fatto causa al governo di Washington lamentando un ingerenza nella propria legislazione da parte dell’esecutivo (da qui la denuncia di incostituzionalità). Il giudice Haren ha affermato che la nuova legislazione, una volta entrata in vigore, avrebbe effetti significativi ed irreparabili per gli stati. Occorre quindi, secondo il giudice, affrontare la questione costituzionale nelle sedi appropriate prima di procedere.
La Casa Bianca ha immediatamente ribadito come la Corte Suprema ed il Congresso abbiano già in passato deciso in maniera netta e chiara che il governo federale ha tutto il diritto di stabilire le priorità nel far rispettare le norme di immigrazione. In particolare è stato evidenziato come l’ordine esecutivo annunciato da Obama a Novembre preveda politiche di buon senso, favorendo la deportazione dei criminali piuttosto che quella di coloro entrati illegalmente nel paese durante l’infanzia.
Esponenti del partito repubblicano invece, tralasciano completamente la sostanza di queste nuove politiche nelle loro dichiarazioni. Evidenziano piuttosto il fatto che Obama, a detta loro, ha oltrepassato i limiti della propria competenza e si augurano che le sue azioni vengano dichiarate incostituzionali.